IL RAGAZZO CHE VENIVA DA LONTANO

 

 

Erano i primi giorni di settembre, faceva ancora caldo.

Dietro il cancello c’erano stese due stuoie, distese sopra si trovavano due ragazze; due amiche del cuore: Maria e Chiara.

La mattina Maria e i suoi amici avevano avuto a che fare con altri due ragazzi che giravano in bici per la loro via… se l’erano cavata facendoseli, a mal grado, amici.

Quel pomeriggio le due amiche erano tranquille; avevano deciso di passare un pomeriggio come tanti altri: parlando e facendo finta di essere al mare.

Avevano finito le elementari e dovevano andare in 1°media: e mancava pochissimo!!! Nonostante questo non fecero caso ai giorni che mancavano a diventare matricole, e fecero tutt’ altro che pensare al giorno fatidico.

Erano felici ed erano solo loro due. Poi, però, arrivarono i vicini di Maria, e stettero in strada a giocare. Tra questi vicini ce n’erano due che Maria e Chiara preferivano, avevano molti anni in meno di loro, ma per intelligenza, uno, e simpatia, l’altro, equivalevano a loro ed erano perfetti amici.

Quel calmo e perfetto pomeriggio d’estate, però, era troppo bello per essere vero, quindi doveva capitare di certo qualcosa che disturbasse.

Così fu.

Era passato ancora troppo poco tempo perché il pomeriggio venisse interrotto, ma non si potè fare altrimenti.

L’aria fu tagliata da due bici veloci come fulmini, che frenarono da vanti al cancello di Maria e del vicino con un a potente e sonora sgommata. Le persone a bordo della bici erano tre e niente meno che i due ragazzi, antipatici, della mattina: ma chi era il terzo?

Portava una tuta blu(un completo) e aveva un cappellino con tanto di visiera in testa: era proprio un tipo strano! Questo si dimostrò soprattutto dopo: quando cominciò a delirare.

Le ragazze, ancora dietro il cancello, presero le stuoie(che in privato chiamavano sequoie) e le riposero sotto il portico, tirando giù anche le tende scure; fecero una specie di fortino, ma non riuscirono a evitare che lo”strano” sentisse i loro nomi.

Questi tre ragazzi avevano 9 anni, il più piccolo, 11/12, il “grandone” e non si sapeva lo “strano”, ma deve aver avuto anche lui 12 anni. Quest’ ultimo, quindi, ad un certo punto, iniziò a chiamarle(non poteva e non aveva intenzione di fare nulla di strano.); ripeté due, tre volte:<Maria! Maria!> ma lei non lo badava anzi, lo trattava anche malino, quando non resisté più se ne uscì anche con una frase un po’ forte:<Senti: intanto tu non mi chiami per nome!>; a quel punto non la chiamò più per nome, ma la chiamò:<Ok: ragazza! Ehi, ragazza…>.

Quella fu la mezz’ora più confusionaria di tutta la vita di Maria forse anche di quella di Chiara.

Le sorprese, però, non erano ancora finite, infatti “lo strano” rincalzò offrendo loro un gelato:<Volete un gelato?> Maria rispose in tono molto sgarbato che da lui lei non lo accettava. Non sapeva nemmeno lei perché non riusciva ad essere gentile, che di solito era la sua natura, ma non in quel momento.

Quando Maria uscì dal “fortino”, da dove Chiara non s’era quasi mai mossa, per andare a prendere lo stereo e i CD che erano in giardino per allietare la lunga giornata delle due amiche, il ragazzo, sentendo la musica moderna, disse disinvolto:<La vuoi “HIT MANIA DANCE”?> Maria a quel punto non ci vedette più dalla rabbia, ma che forse era qualcos’altro, che aveva dentro e rispose in tono gelido:<Guarda: da te proprio non la voglio!>

Quando quello se ne tornò nel negozio di suo zio, dove lavorava anche sua mamma, Maria si era pentita di averlo trattato così, ma era troppo tardi anche per scusarsi. Comunque lui non sembrava per nulla offeso, mentre un problema abbastanza grande, ora, era quello di affrontare l’amica Chiara che, come diceva la sua faccia, non era stata contenta neanche un po’ di quella giornata e che portava stampato in volto il rimprovero contro l’amica che, secondo Chiara, aveva preso troppa confidenza con quella persona sconosciuta.

Seguì una lunga discussione, Maria diceva che da come l’aveva trattato aveva tenuto molto le distanze dall’individuo, ma Chiara diceva che uno così è meglio perderlo che trovarlo, e che avrebbero fatto meglio a lasciarlo perdere subito. Maria ci rifletté e poi fu d’accordo con l’amica.

Quel ragazzo, probabilmente, sarebbe rimasto(s’intende in linea d’aria) molto vicino a loro, forse anche fino a quando fosse stata Maria ad andarsene via da quel posto perché era cresciuta e lui, magri, era ancora lì, a una cinquantina di metri dalla sua casa; anche se fosse stato così Maria decise di darci un taglio e di non pensarci più; l’avrebbe visto chissà quante volte ancora, forse ci avrebbe anche riparlato, si spera in modo più serio, ma non avrebbe più pensato tanto intensamente a lui come quella sera a cena, chiedendosi come potersi scusare e come essere riuscita ad essere così maleducata con lui.

Alla fine Maria si fece un’idea che poi trovò scritta in una sola frase in un giornalino per ragazze:<I RAGAZZI VENGONO DA UN ALTRO PIANETA!> e quindi dobbiamo tenerceli così come sono e non c’è da stupirsi se abbiamo atteggiamenti strani nei loro confronti: CHE COMPORTAMENTO AVRESTE VOI SE VI TROVASTE DI FRONTE AD UN MARZIANO???!!!!!!

 

 

Un avviso per voi ragazzi:   SCUSATECI PER LE VOLTE CHE VI TRATTIAMO MALE, PENSATE SOLO A COME DOPO CI SCERVELLIAMO PER TROVARE UN MODO PER FARVI DELLE SCUSE! Accettatele, noi, in fondo, non vi vogliamo proprio male!

 

 

 

Stefi

 

 

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